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«Per essere adatta ai nuovi orizzonti, la Chiesa deve deporre ogni grandezza che la rende schiava del passato e impaurita del futuro. Deve accettare le dimensioni della sua originaria piccolezza, per essere in grado di affrontare la nuova grandezza del mondo. La sua grandezza è nell'ordine dell'agape e non negli altri ordini, dominati dalla scienza. Essa deve dimostrare coi fatti che l'Infinito di cui porta il messaggio e che sovrasta l'universo prende contatto con la realtà storica ogni volta che due o tre si riuniscono attorno ad un tavolo e, dopo essersi ripetuta la Parola del Signore, spezzano il pane e si passano la coppa del vino. Solo diventando come se non fosse, la Chiesa vince, nel nome e nel modo pacifico del suo Signore, tutte le cose del cielo e della terra». Con queste parole, che oggi più che mai sembrano profetiche, padre Balducci chiudeva l'ultimo degli interventi raccolti in questo volume e riproposti al lettore odierno come possibile respiro di una comunità locale di Chiesa, che resta da rintracciare, da comprendere, da interpretare e da tornare necessariamente a costruire: affinché sia credibile non essa (semplice messaggera), ma Cristo (messaggio di Dio per l'uomo).